IL BIOFEEDBACK
l biofeedback è una procedura sperimentale clinica relativamente recente nel panorama nazionale, finalizzata a superare i problemi legati agli stati d’ansia e di stress e molti disturbi psicosomatici. Il biofeedback si basa sul funzionamento di sofisticate apparecchiature in grado di misurare alcuni parametri fisiologici dell’individuo e di restituirli allo stesso, in modo immediato, sotto forma di segnali audio-visivi attraverso un computer. In pochi anni il biofeedback ha attirato su di sé molto interesse da parte della comunità scientifica perché si tratta di una metodica non invasiva, non farmacologica e priva di effetti secondari, e di comprovata efficacia nel trattamento psicologico di una serie di condizioni mediche e psicologiche. Ad oggi, in America e in Europa, il biofeedback si è imposto come uno dei più importanti approcci terapeutici nell’ambito della medicina comportamentale, della medicina psicosomatica e della psichiatria.
Nello specifico, attraverso questa metodologia, la persona può imparare a regolare alcune funzioni fisiologiche che di norma non sono sotto il proprio controllo volontario. Tali parametri sono, ad esempio, la tensione muscolare, l’attività elettrica della pelle, la frequenza cardiaca, la variabilità della frequenza cardiaca, la temperatura periferica, e così via, e sono indici di una dis-regolazione di precisi sistemi psico-fisici.
Come è intuibile, esistono varie tipologie di biofeedback a seconda dei parametri fisiologici misurabili dalle relative apparecchiature (biofeedback elettromiografico, biofeedback della resistenza elettrica cutanea (GSR), biofeedback elettroencefalografico…).
Biofeedback della Variabilità della Frequenza Cardiaca
La frequenza cardiaca, che tutti noi possiamo misurare attraverso un semplice cardiofrequenzimetro da jogging, indica il numero medio di battiti in un minuto (per esempio, di 65 battiti/minuto). Tale rapporto indica appunto un valore medio perché tra un battito e l’altro l’intervallo di tempo non è mai esattamente lo stesso, ma subisce piccole variazioni (per esempio, tra il primo e il secondo battito passano 950 ms, tra il secondo e il terzo 890 ms, e così via..). Nel complesso, queste piccole variazioni vengono chiamate Variabilità delle frequenza cardiaca (in inglese, Heart Rate Variability): si è visto che più questo parametro è elevato, più il nostro sistema cardiocircolatorio sarà in grado di adattarsi positivamente alle situazioni e alle richieste ambientali.
Si tratta infatti di un parametro mutuato dalla cardiologia, come importante indice di rischio di aritmie e di infarto e lo si trova coinvolto in una serie di condizioni psicofisiche, tra cui ansia, stress, depressione, ecc.. poiché esprime l’equilibrio (o lo squilibrio) tra il sistema simpatico e il sistema parasimpatico. Entrambi questi sistemi costituiscono il sistema nervoso autonomo, che attraverso la sua attività, regola importantissime funzioni del nostro corpo, consentendo il normale funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio, respiratorio, del ritmo sonno-veglia, dell’apparato digestivo, e di molte altre funzioni fisiologiche.
In particolare, la branca del sistema simpatico produce effetti quali: accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa, dilatazione dei bronchi, vasocostrizione periferica, aumento della tensione muscolare, aumento della sudorazione e dilatazione delle pupille. Tutti questi cambiamenti sono correlati alla risposta di attacco-fuga e costituiscono, nell’insieme, la normale risposta dell’organismo a una situazione di allarme, lotta e stress. Tale attivazione è assolutamente necessaria quando dobbiamo fronteggiare un qualsiasi compito della nostra quotidianità che richieda un minimo di impegno da parte nostra.
L’attivazione del sistema parasimpatico produce, invece, rallentamento del battito cardiaco, diminuzione della pressione arteriosa, restringimento dei bronchi, vasodilatazione periferica, diminuzione della tensione muscolare, aumento della temperatura periferica… Nel complesso questi cambiamenti formano la risposta di rilassamento, utile a recuperare le energie fisiche e mentali, a digerire bene, a distendere i muscoli.
È fondamentale che entrambi i sistemi funzionino nella giusta misura e, soprattutto, in equilibrio tra loro, in modo da consentirci di passare da un sistema all’altro a seconda della situazione. Per esempio, se ci troviamo a dover svolgere un lavoro mentalmente o fisicamente faticoso è necessario che il nostro sistema simpatico prenda momentaneamente il sopravvento, garantendoci le risorse di cui abbiamo bisogno. Se ci troviamo in vacanza (o in un qualsiasi momento di svago), tale attivazione non solo non è necessaria, ma potrebbe risultare addirittura disfunzionale e farci percepire tensione ai muscoli, tachicardia, respiro affannoso, mal di testa.